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Domande primordiali sul futuro prossimo nel cinema e nel piccolo schermo




Come cambieranno le produzioni cinematografiche e delle serie Tv, dopo e durante (gli autori staranno già scrivendo) questa pandemia?

Non so voi, ma io sono terrorizzato! Non so cosa aspettarmi, è plausibile che potremmo ritrovarci una volta usciti dal tunnel quasi, a vedere opere che raccontano l'incubo che è appena passato?
Qualcuno di voi potrebbe dire, bè che male c'è? In fondo nella fiction si cerca di raccontare, anche se trasfigurata, la realtà.
Ma io insisto e mi chiedo sempre più preoccupato, avremo a che fare con serie dove il protagonista è un virologo zoppo e schizzato che ogni giorno combatte contro epidemie rare?
Oppure la storia di un cinquantenne disperato senza più filtri che si mette a spacciare mascherine contraffatte con un suo ex alunno?
Vedremo forse film per bambini e adulti dove il supereroe è il capo della protezione civile nazionale coadiuvato dal suo braccio destro, doppiato in Italia da Tremonti?
Lo so tutto ciò è banale, ma non impossibile! Magari al contrario questo evento catastrofico, si rivelerà come "la goccia (di un acquazzone) che ha riniziato a far riempire il vaso, dopo averlo fatto traboccare". Ci sono eventi che fanno saltare tutto, poi una volta passati ci rendono persone migliori e quindi anche spettatori e autori migliori.
Confido nei grandi geni dello schermo, che ci hanno sempre regalato opere eccelse. 
Diffido invece di quelli che colgono sempre l'occasione per vendere qualcosa di appetibile e famigliare agli spettatori.
Certo è, che oltre all'arte visiva in movimento, anche la letteratura è a rischio, ci sono penne, anzi direi dita calde, pronte a sfornare mattoni indicibili sul coronavirus, con titoli patetici citanti romanzi classici.
Probabilmente stanno già scrivendo in preda all'enfasi, proprio oggi sentivo una famosa giornalista alla radio, che parlava proprio di questo e pensavo, allora non sono l'unico ad avere questo timore.
Siamo in tanti facciamo rete, non lasciamo la creatività in mano a questo minuscolo essere vivente, che in fondo in fondo, parliamoci chiaro, non fa altro che sopravvivere.


Aldo Nani

Commenti

Unknown ha detto…
Spero che il cinema torni al sano e vecchio neorealismo dove si racconti anche di questa epidemia ma che la si racconti dal punto di vista della povera gente che ha perso il lavoro, dei turni sfiancanti di medici ed infermieri, di chi si arrangiava ad unire un pranzo ad una cena per se e la propria famiglia, dall'ottica degli adolescenti costretti in casa, con quella specie di DAD (didattica a distanza) che mi è sembrata davvero inutile e priva di ogni logica e con prof. impreparati (e se per caso una volta decidevano di andare con i suoi coetanei al parco, con tutte le precauzioni necessarie, erano additati come terroristi); dall'ottica dei detenuti con colloqui aboliti e di qualsiasi attività soppressa, dei barboni che non avendo un tetto gli facevano ugualmente la multa per non aver rispettato il lookdown... insomma quel neorealismo anche espresso in commedia ma con quel retrogusto amaro e straziante che i più grandi registi di poco più di mezzo secolo fa lo resero famoso nel mondo. 🤗
aldo76 ha detto…
Grazie per il commento, questo sarebbe un buon modo per raccontare ciò che è successo..